Giulio Wilson Rosetti è un cantautore che sta facendo parlare di sé: vari dischi pubblicati, collaborazioni di alto livello, concerti in tutta Italia, un artista impegnato nel solco della grande tradizione della musica italiana. Per noi però la cosa importante è che Giulio è un amico che ha suonato per tanti anni nella nostra banda, prima di trasferirsi a Firenze per motivi di studio. Abbiamo avuto l’opportunità di una bella intervista in cui abbiamo parlato di musica, di banda e di tante altre cose. Buona lettura e buona musica!
[CMS] Ciao Giulio, ci fa molto piacere avere l’opportunità di questa chiacchierata… Cosa stai facendo di bello in questo periodo?
[GW] In questi mesi (ottobre 2021) sono in tour per l’Italia, poi mi fermerò per riprendere un po’ il fiato e ne approfitterò per continuare la mia collaborazione con gli Inti Illimani [NdCMS: uno storico gruppo musicale cileno, molto famoso in Italia negli anni ’70 anche perché si stabilirono nel nostro Paese dopo l’esilio dal Cile a causa della dittatura di Augusto Pinochet]. Mi esibirò con loro, non solo come artista di apertura dei loro concerti, ma anche leggendo alcuni monologhi durante lo spettacolo.
[CMS] Iniziamo con qualche breve nota biografica: tu sei nato nel 1983 a Firenze, ma ti sei trasferito a Sedriano da piccolo, prima di iniziare le scuole elementari, e hai vissuto qui fino ai 18-19 anni, quando ti sei trasferito di nuovo a Firenze per frequentare l’università. Dopo gli studi di enologia e viticoltura hai avviato un’attività di produzione di vini e olio biologici che tutt’ora porti avanti e, parallelamente, hai cominciato la tua carriera artistica da cantautore: tre dischi pubblicati tra il 2016 e il 2021 (“Soli nel Midwest”, l’EP “Futuro remoto” e l’ultimo lavoro “Storie vere tra alberi e gatti”), collaborazioni con altri artisti (Roy Paci, gli Inti-Illimani, Bobby Solo, Vinicio Capossela, Marco Morandi), numerosi premi e centinaia di concerti, tra cui l’esibizione al concertone del Primo maggio nel 2019.
[Giulio] Esatto.
[CMS] Raccontaci di come hai iniziato la tua carriera musicale.
[GW] In realtà ho sempre scritto musica, anche da molto giovane… però tenevo le mie composizioni per me, ero un po’ restio a farle ascoltare ad altri. Poi alcuni anni fa, durante una gita a Pontremoli (un bellissimo borgo qui in Toscana), vidi casualmente Eddy Mattei, uno degli storici collaboratori di Zucchero Fornaciari. Lui vive proprio in provincia di Massa-Carrara e lo riconobbi perché seguivo Zucchero sui social. Mi presentai, facemmo due chiacchiere e gli parlai delle mie canzoni, lasciandogli qualche demo (che portavo sempre con me!). Dopo qualche giorno mi richiamò: i brani gli erano piaciuti e mi propose di lavorarci insieme, per realizzare alcuni provini professionali.
Un altro incontro importante fu con Enzo Iacchetti: oltre alle attività da attore e artista televisivo, Iacchetti si dedica anche alla musica e ha un piccolo studio di registrazione privato e una piccola etichetta discografica. Casualmente mi vide durante un mio concerto in un pub di Varese (era un periodo in cui facevo molte date, ovunque ci fosse la possibilità di suonare). Evidentemente qualcosa della mia esibizione lo colpì, perché mi invitò nel suo studio e mi fece una specie di provino… Ricordo che improvvisai un brano in una specie di slang inglese, così su due piedi… Da lì nacquero la sua decisione di produrre il mio primo disco e le prime collaborazioni.
[CMS] Insomma, incontri casuali, a cui però dobbiamo farci trovare preparati…!
[GW] Esatto!
[CMS] Quali sono le tue fonti di ispirazione? Ascoltando i tuoi brani (in particolare l’EP “Futuro remoto”) ci sembra di sentire un po’ di Lucio Dalla, un po’ di Ivan Graziani… Chi altro?
[GW] Sicuramente la principale fonte di ispirazione è la grande scuola dei cantautori italiani, tra gli anni ’70 e ’90: Lucio Dalla e Ivan Graziani, ma anche Francesco Guccini, Claudio Lolli e tanti altri. Insomma i grandi cantautori emiliani (ma non solo) che tanto hanno dato alla musica italiana. Da loro ho cercato di imparare a scrivere un testo coerente dall’inizio alla fine, che racconti una storia. E’ un po’ il contrario di quello che va oggi per la maggiore, ovvero la rima a effetto che colpisce subito e rimane nell’orecchio, ma non dura a lungo.
[CMS] Spiega meglio questo concetto.
[GW] Ecco, secondo me trovare delle assonanze da mettere su un brano rap o hip hop è molto facile… Il difficile è mettere una frase semplice su una melodia semplice… Purtroppo penso si sia perso un po’ il senso della melodia: un brano come “Caruso” di Lucio Dalla ha una melodia pazzesca, puoi suonarla con qualunque strumento e ti colpisce sempre… e funzionerebbe con qualunque testo. Se invece pensiamo a molti brani che vanno oggi per la maggiore, magari anche brani che hanno vinto Sanremo, e proviamo a suonarli con una tromba o un violino o qualunque altro strumento, ci accorgiamo che non funzionano. Segno evidente che la melodia è passata in secondo piano e non interessa più di tanto.
[CMS] In effetti Lucio Dalla suonava il clarinetto e aveva un background jazz… Lì il senso della melodia è importante…
[GW] Infatti… Purtroppo penso sia in atto una specie di regressione melodica… In molti casi non esiste nemmeno più il ritornello, ma solo quello che chiamano “drop”, ovvero una parte del brano più in evidenza, ma questo è un concetto mutuato dalla musica techno e dance, per brani che magari durano una stagione, ma non certo per brani che devono dare un messaggio, come quelli dei grandi cantautori.
[CMS] Negli ultimi anni si dice che l’industria musicale sia cambiata moltissimo. Dopo la grande perdita di introiti dovuta alla pirateria e alla diffusione incontrollata dello streaming, le case discografiche non hanno più le possibilità economiche per investire sulle nuove proposte, ma vanno sul sicuro, promuovendo chi ha già un seguito consolidato, oppure riproponendo le stesse formule musicali. Numerosi esponenti “storici” del mondo della musica hanno più volte affermato che cantautori del calibro di Lucio Battisti o Francesco Guccini, se si proponessero adesso alle principali major, non verrebbero nemmeno presi in considerazione. Se apriamo la Top 50 di Spotify (il celebre servizio di streaming che ormai domina l’ascolto della musica), troviamo artisti trap o hip-hop più o meno tutti uguali, o usciti dai contest (quindi con un seguito televisivo)… c’è forse qualche eccezione, ma c’è poco spazio per i cantautori “tradizionali”… Tu sei l’eccezione che conferma la regola, oppure questa regola è sbagliata?
[GW] In effetti qualche eccezione c’è, penso ad esempio a Dario Brunori (Brunori Sas), però in effetti è così. La mia impressione è che la gente, presa tra le mille incombenze di oggi, non abbia tempo per approfondire e di conseguenza le canzoni più impegnate, quelle con un messaggio da approfondire, attirano meno. E’ cambiato quindi l’approccio alla musica. Una volta un disco, sia che lo si fosse pagato o registrato da qualche amico su una musicassetta, si ascoltava tutto, gli si dava valore… Oggi la musica è una specie di sottofondo mentre si fa altro, quindi meglio la rima a effetto e la struttura ripetitiva. Però guarda caso, quando c’è una festa tra amici e qualcuno prende in mano una chitarra, cosa si suona? Lucio Battisti, Vasco Rossi… tutto ciò che rimane è legato al passato. Il ‘900 è stato un secolo molto prolifico artisticamente, non solo in campo musicale ma anche nelle arti, nella poesia… Gli anni 2000 ancora non hanno mostrato la stessa fioritura artistica.
[CMS] In effetti, sempre guardando le statistiche di Spotify, band del calibro dei Led Zeppelin, dei Queen, dei Beatles… fanno decine di milioni di ascolti mensili, a distanza di decenni dal loro scioglimento. Chissà quanti ascolti faranno tra quarant’anni (o anche l’anno prossimo) quelli che sono ora nella Top 50…
[GW] Esatto… Anche io nel mio piccolo cerco di realizzare qualcosa che possa rimanere. Anche se la gente è lasciata a se stessa, la domanda del pubblico deve essere anche stimolata.
[CMS] Raccontaci ora come hai iniziato a suonare nel Corpo Musicale Sedrianese.
[GW] Ricordo che ero molto giovane, avrò avuto forse 11 o 12 anni… Passavo per Sedriano portando a spasso il cane (forse in Piazza Cavour o Piazza della Repubblica) e vidi che in quel momento c’era un concerto della banda. La musica mi affascinava sempre: rimasi ad ascoltare tutto il concerto e riconobbi tra i bandisti un mio amico (Gabriele Zenaboni, detto “Zena”) che suonava la tromba… Così gli chiesi come fare per iscriversi e lui mi ci portò.
[CMS] E come fu il primo impatto?
[GW] Avevo già preso qualche lezione di pianoforte dal Maestro Olivares di Vittuone e quindi sapevo un po’ leggere la musica, però fu lo stesso una sfida: per suonare era necessario superare i solfeggi del metodo [NdCMS: il mitico metodo “Bona”, compagno di tanto bandisti], cominciando da quelli semplici e via via fino a quelli più difficili. Per un ragazzino come me era una cosa stimolante, c’era un po’ di paura di non farcela, ma c’era anche la soddisfazione di riuscirci e di arrivare ad avere lo strumento e a suonare nella banda. Poi iniziai lo studio del sassofono, con il maestro Vincenzo Cammarano [NdCMS: maestro e insegnante nel Corpo Musicale Sedrianese fino al 1999].
[CMS] Come mai hai scelto il sax?
[GW] Angelino Barbaglia [NdCMS: il fondatore della nostra scuola allievi] tirò fuori vari strumenti dagli armadi: un clarinetto, una tromba, un sax… Erano bellissimi! Ricordo però che mi disse: “Tu però devi suonare il sax… Guarda come ti sta bene, è proprio lo strumento per te…!”
[CMS] Mmmh… probabilmente in quel periodo c’era bisogno di sassofoni nell’organico…
[GW] Può essere… però in effetti aveva ragione! E da bambino era bellissimo avere in mano e poter suonare questo aggeggio color oro, con tutti i tasti e le chiavi e quell’odore particolare di strumento musicale…!
[CMS] L’odore degli strumenti a fiato: un misto di sughero, olio o grasso lubrificante, custodie vellutate… e magari un po’ di umidità accumulata nel corso degli anni! E’ uno dei ricordi sensoriali di ogni suonatore di strumenti a fiato…!
[GW] Un ricordo che stimola tanta nostalgia!
[CMS] Cosa ti ha lasciato l’esperienza in banda?
[GW] Mi ha lasciato davvero tantissimo! Oltre al fatto di suonare in un organico con altri musicisti, è stata l’occasione per conoscere tante musiche e opere diverse, per scoprire tante musiche e tanti filoni compositivi del passato… Ricordo ancora “La Traviata” di Verdi: la prima volta che suoni un’opera di questo tipo sembra un po’ strano, poi però mano a mano che le varie parti si chiariscono impari ad apprezzarla e dopo anni te la ricordi ancora in tutti i dettagli…
[CMS] Può darsi fosse il 2001, vent’anni fa: un nostro concerto con arie dalla Traviata con cantanti lirici e voce recitante, per il centenario della morte di Giuseppe Verdi…
[GW] Ricordo anche il primo brano che ho suonato appena entrato in organico: si intitolava “Oregon” [NdCMS: un brano di Jacob De Haan, uno dei principali compositori di musica bandistica], lo avevamo anche registrato su un CD… e ricordo anche le musiche da film, quelle di “Hook” ad esempio [NdCMS: un bellissimo film di Spielberg sulla storia di Peter Pan, con le musiche del grande John Williams], e tante altre. L’ascolto approfondito, il suonare tutte queste cose è stato di enorme aiuto per gli arrangiamenti che scrivo ora: molte volte quando compongo o arrangio un brano penso a come potrebbe essere una parte di sax, o di corno o di qualche altro strumento e questo mi aiuta molto.
[CMS] In effetti il repertorio di una banda spazia per generi musicali molto diversi, anche se tutti arrangiati per orchestra di fiati: musica sinfonica, lirica, jazz, rock, pop, folkloristica, religiosa… Il sassofono lo suoni ancora?
[GW] Purtroppo no, per motivi di tempo: mi dedico al pianoforte che mi aiuta nella composizione dei miei brani. Però basterebbe poco per riprendere con il sax…! E c’è molta nostalgia: ogni volta che sento una banda (come mi è capitato di recente, durante una gita a Marradi, un piccolo comune sull’Appenino Tosco-Emiliano, quando ho visto la locale banda esibirsi) mi commuovo!
[CMS] Fantastico! Allora non ci resta che farti un grosso in bocca al lupo per la tua carriera e venirti a sentire tutte le volte che terrai concerti a Milano…
[GW] Ci conto…!!